Thoth: il Signore della Saggezza, della Magia e del Tempo
Thoth: il Signore della Saggezza, della Magia e del Tempo
di Hasan Andrea Abou Saida
Thoth, conosciuto nell’antico Egitto come “Djehuty”, ovvero “Colui che è come l’ibis”, è una delle divinità più antiche e complesse del pantheon egizio. Secondo alcuni testi egizi, era figlio della coppia Gêbeb e Nüte; secondo altri partorito da Ese insieme con Horus. Sin dalle prime dinastie, Thoth è stato associato alla luna, ma il suo ruolo è andato ben oltre il semplice controllo dei cicli lunari. Considerato il dio della saggezza, della scrittura, della magia e del tempo, Thoth rappresentava l’incarnazione dell’intelletto divino e fungeva da mediatore tra gli dei e l’umanità, assicurando che l’equilibrio cosmico fosse mantenuto.
Thoth era originariamente venerato a Hermopolis Magna (Khemenu), dove era considerato il dio patrono della città. Il suo culto si sviluppò rapidamente e si estese a tutto l’Egitto, con numerosi templi dedicati alla sua adorazione. A Hermopolis, Thoth era venerato come il creatore dell’universo attraverso la parola divina e come colui che mantenne l’ordine cosmico, principio fondamentale nella religione egizia conosciuto come Ma’at.
La controparte femminile di Thoth era Seshat, dea egizia della scrittura, della conoscenza e delle biblioteche, strettamente associata alla registrazione delle informazioni e alla conservazione del sapere. Spesso era raffigurata come una figura femminile con una stella o un fiore a sette punte sopra la testa e uno stilo in mano. Seshat era venerata come la “Signora della Scrittura” e “Maestra dei Libri,” una figura chiave nei processi di misurazione, registrazione e archiviazione. Oltre alla scrittura, Seshat era anche associata alla matematica, all’architettura e all’astronomia. Era coinvolta nella fondazione rituale dei templi, un processo che richiedeva una precisa misurazione del terreno, un compito essenziale per garantire che l’edificio fosse allineato correttamente con le forze cosmiche.
Thoth, esattamente come la dea Seshat, è spesso descritto come il “Signore della Sacra Scrittura”, il “Signore del Tempo” e il “Due Volte Grande”. Questi epiteti riflettono la sua importanza nei domini della conoscenza, della misurazione e del tempo. Il suo potere era ritenuto così grande che Thoth era visto come colui che deteneva la chiave del linguaggio, sia umano che divino, essendo il maestro della scrittura geroglifica, un sistema di scrittura che gli Egizi credevano fosse stato inventato proprio da lui. Mentre Thoth incarnava il principio maschile del sapere e della magia, Seshat rappresentava il principio femminile della precisione e della registrazione. Insieme, formavano una coppia divina perfetta nella gestione e trasmissione della conoscenza.
In alcune versioni dei miti egizi, Thoth è descritto anche come il mediatore che ha portato ordine dal caos iniziale, utilizzando la sua saggezza e il suo potere verbale per definire e organizzare il mondo. Era visto come il cuore e la lingua di Ra, il dio sole, il che lo poneva come un intermediario tra le divinità e l’umanità, nonché tra le forze opposte che dominavano l’universo. Questa funzione di mediatore era particolarmente evidente nel mito della “Contesa tra Horus e Seth”, dove Thoth agiva come arbitro. In questo mito, Thoth aiutò Horus a riottenere il trono d’Egitto, perso in seguito all’assassinio di Osiride da parte di Seth. Thoth, in qualità di dio della giustizia e della verità, assicurò che il conflitto fosse risolto in modo equo, ristabilendo così l’ordine cosmico.
Uno dei ruoli più significativi di Thoth era quello di scriba divino, particolarmente evidente nel rituale della psicostasia, noto anche come la “pesatura del cuore”. Questo rituale avveniva nella Duat, il regno dei morti, dove il cuore del defunto veniva pesato contro la piuma di Ma’at, simbolo di verità e giustizia. Thoth, come scriba supremo, registrava il risultato di questa pesatura. Se il cuore risultava più pesante della piuma, l’anima del defunto era considerata colpevole e destinata alla distruzione, altrimenti, l’anima poteva accedere all’Aaru, il paradiso egizio.
Nella testo de Papiro di Ani del Libro dei Morti egiziano lo scriba proclama “Io sono la tua tavolozza di scrittura, o Thoth, e ti ho portato il tuo barattolo di inchiostro. Non sono uno di quelli che lavorano l’iniquità nei loro luoghi segreti; non lasciare che il male mi accada”.
In questo contesto, Thoth era anche visto come un giudice imparziale e giusto, il cui ruolo era fondamentale per mantenere l’equilibrio tra ordine e caos, tra vita e morte. La sua imparzialità era ritenuta essenziale per assicurare che il giudizio fosse corretto e che l’anima potesse trovare la sua giusta collocazione nell’aldilà. Questo ruolo di Thoth nella psicostasia non solo lo collegava alla giustizia e alla verità, ma lo rendeva anche una figura di straordinaria importanza nel processo di giudizio finale delle anime.
Oltre alla sua associazione con la scrittura e la giustizia, Thoth era profondamente connesso alla saggezza. Gli Egizi lo consideravano il detentore della conoscenza universale, colui che aveva creato tutte le scienze e le arti. Era il maestro dell’astronomia, dell’astrologia, della matematica, della scienza dei numeri, della geometria, del rilevamento, della medicina, della botanica, della magia, della teologia, e insegnava queste conoscenze a tutti gli uomini. Questo ruolo lo rendeva non solo un dio della sapienza, ma anche un benefattore dell’umanità, poiché attraverso la sua saggezza gli uomini potevano comprendere meglio l’universo e la loro esistenza animica e spirituale.
La connessione di Thoth con la luna lo rendeva un dio del calcolo e della misura. La luna, con i suoi cicli regolari, era vista come un simbolo di ordine e prevedibilità, e Thoth era responsabile del mantenimento di questi cicli. Era considerato il creatore del calendario egizio, basato sulle fasi lunari, che regolavano i cicli agricoli e religiosi del paese. Grazie a Thoth, gli Egizi potevano prevedere le inondazioni del Nilo e pianificare i loro raccolti di conseguenza, rendendolo una divinità indispensabile per la loro sopravvivenza e prosperità.
Thoth era anche strettamente associato alla magia, un altro aspetto del suo dominio sulla conoscenza e sulla parola. Gli Egizi credevano che Thoth avesse il potere di controllare le forze naturali e soprannaturali attraverso il suo uso della parola. La magia, per gli Egizi, non era solo un mezzo per ottenere potere, ma anche un modo per comprendere e influenzare l’universo. Thoth, come maestro della magia, insegnava agli uomini come usare queste conoscenze per il bene della società e per mantenere l’ordine cosmico.
In molte rappresentazioni, Thoth è raffigurato con in mano uno stilo e una tavoletta, strumenti simbolici del suo ruolo di scriba e mago. Attraverso la scrittura, Thoth poteva controllare il destino e la realtà stessa. Gli incantesimi e i testi magici erano visti come derivati dal suo potere e dalla sua saggezza. Questa connessione con la magia lo rendeva una divinità particolarmente importante per i sacerdoti e i maghi, che lo invocavano per ottenere la sua benedizione e il suo aiuto nei loro rituali.
La rappresentazione iconografica di Thoth nell’Antico Egitto è altrettanto complessa quanto i suoi ruoli e attributi. Nella maggior parte delle raffigurazioni, Thoth appare con la testa di un ibis, un uccello che gli Egizi consideravano sacro e che rappresentava la saggezza e la capacità di vedere oltre l’apparenza. L’ibis era associato alla luna e all’acqua, e gli egizi vedevano la curva del suo becco come simbolo della luna crescente.
In altre rappresentazioni, Thoth è raffigurato come un babbuino, considerato un simbolo di sapienza e intuizione. La sua figura era spesso utilizzata per rappresentare Thoth nei contesti funerari, dove si credeva che aiutasse il defunto nel viaggio verso l’aldilà. Entrambe queste rappresentazioni sottolineano l’aspetto duale di Thoth: da un lato il dio della saggezza e della conoscenza razionale, dall’altro il dio della magia e dell’intuizione mistica.
Con l’avvento del periodo greco-romano, il culto di Thoth subì una trasformazione e in Antica Grecia lo identificarono con il dio Hermes, il messaggero degli dei, associato alla comunicazione, alla scrittura e alla magia. Questa identificazione portò alla nascita della figura sincretica di Hermes Trismegisto, una divinità che combinava gli attributi di Thoth e Hermes. Hermes Trismegisto divenne una figura centrale nella tradizione esoterica e alchemica dell’Occidente, considerato autore di numerosi testi sacri, noti come i “Corpus Hermeticum”.
Questi testi, che trattano di alchimia, astrologia e magia, influenzarono profondamente la tradizione esoterica occidentale, fino al Rinascimento e oltre. L’idea che la conoscenza esoterica potesse essere trasmessa attraverso testi sacri scritti da un dio-scriba riflette la duratura influenza di Thoth sulla cultura occidentale. La figura di Hermes Trismegisto è vista come un simbolo della saggezza occulta e della conoscenza divina, attributi che derivano direttamente dalla tradizione egizia di Thoth.
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